Nel buco del culo della notte 2

anche lo scorso anno ho fatto la notte il 17 agosto. nella stessa buatta di merda. non ricordo bene quale fosse il mio stato d'animo in quella circostanza, ma so che è andato peggiorando nelle settimane successive -a causa di una storia di lacrime e sangue- per poi migliorare nettamente con l'arrivo dell'autunno -e con il concludersi della storia.

la Storia non insegna un ciuffo di niente. perché se da un lato ci si può rallegrare del miglioramento autunnale, non si può non tenere conto del ciclico ripetersi di un certo genere di manfrine sentimentali o del fatto che lavoro anche quest'anno nella buatta di merda.
insomma capito? dodici mesi dopo, di nuovo il cuore in pezzi e stesso lavoro merdico. non mi sto lamentando, sto riflettendo. sto cercando di alzare la voce all'indirizzo della mia coscienza.
in più questa è una notte dannatamente movimentata, la gente dovrebbe imparare a starsene a casa, diamine, invece di scassare i coglioni alla gente che lavora e che vorrebbe starsene a casa.

ho dormito un paio d'ore su un materasso di fortuna. non mi capita spesso di addormentarmi su superfici inospitali, ma in questo caso avrei fatto uno strappo, perché il sonno da recuperare è tanto. tra non molto, appena dopo l'alba, rinfilerò il sentiero di casa, da buon lupo stregoniere, e andrò ad accumulare altro sonno sul mio, di materasso.

non mi sento più come uno che si nasconde, in questa buatta. anzi, forse è proprio il contrario, il nascondiglio è fuori di qui, stavolta. nella buatta, facile che possa trovarmi chi non vorrei che mi trovasse. chi del resto non mi cerca.
in un certo senso sono avvantaggiato, rispetto all'anno scorso. perché è più facile essere stanati fuori di qui.

la parola stanco non basta, ma sono così stanco che non mi va di cercarne un'altra.

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