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Visualizzazione dei post da 2011

Titolo del post

altroché se scriverò qualcosa. con la penna umida di una volta, se mi riesce. penna d'uccello che ha volato lontano, e si è imbattuto in una nube, in qualche cielo. sono giorni concitati, pieni di grosse miserabili bugie, tracotanti. mi faccio guardare in modo buffo, dalla gente, più o meno. mi accorgo di quanto poco mi interessi, quello che pensino dei miei occhi fradici. oggi una ragazza mi ha guardato e detto: sei felice. non c'era ragione di esserlo, ma in quel momento lo sono stato, quando me l'ha detto, né prima né dopo. bisogna uscirsi sempre così, uscirsi, capito? starsi un po' fuori. non c'è bisogno di additivi, nel corpo abbiamo tutto, anche le droghe, sono lì, basta cercare. uscirsi e cercare un po' le droghe che abbiamo dentro. ma si tratta di sostanze potentissime, anche letali, e bisogna sapersele somministrare. sono giorni accesi, sovresposti, saturi. non accade niente eppure la memoria ne resterà improfumata, si sa, si capisce. sono giorni

Armstrong

e d'altronde è verosimile che una vicenda di due mesi possa essere rimossa in un tempo uguale alla sua durata, ma non superiore.

Nel buco del culo della notte 2

anche lo scorso anno ho fatto la notte il 17 agosto . nella stessa buatta di merda. non ricordo bene quale fosse il mio stato d'animo in quella circostanza, ma so che è andato peggiorando nelle settimane successive -a causa di una storia di lacrime e sangue- per poi migliorare nettamente con l'arrivo dell'autunno -e con il concludersi della storia. la Storia non insegna un ciuffo di niente. perché se da un lato ci si può rallegrare del miglioramento autunnale, non si può non tenere conto del ciclico ripetersi di un certo genere di manfrine sentimentali o del fatto che lavoro anche quest'anno nella buatta di merda. insomma capito? dodici mesi dopo, di nuovo il cuore in pezzi e stesso lavoro merdico. non mi sto lamentando, sto riflettendo. sto cercando di alzare la voce all'indirizzo della mia coscienza. in più questa è una notte dannatamente movimentata, la gente dovrebbe imparare a starsene a casa, diamine, invece di scassare i coglioni alla gente che lavora e c

Godot

agosto a sparigi è un nascondiglio di quelli da cui non esci nemmeno tu che ti ci sei cacciato. un anno fa dovetti dire la stessa cosa, credo. ma il blog era un altro, anche lui era un nascondiglio diverso, un nascondiglio di parole che non sai dove cacciare. uno sgabuzzino. questo è sparigi ad agosto e questo è il mio blog, tutto l'anno. è il mio terzo agosto in questa città e c'è da chiedersi come faccia a cascarci sempre, in questa trappola. per carità, si sta bene, fa fresco e tutto il resto. tutto il resto cosa?

No, cioè.

M., lascia che ti dica una cosa: non capisci un cazzo. cioè, uno non può non accorgersi che sono un genio, e ascoltare le mie cose con tanta indifferenza, no.

Atelier

date a cesare quel che è di cesare, per cortesia. e poche storie. e a dio quel che è di dio. ché tanto dio non esiste e quindi non ha niente. quindi date niente a nessuno. e pure se avesse qualcosa, dio, non gli apparterrebbe, sono gli uomini che gliel'hanno dato, quel qualcosa. vabbè, ma poche storie. quel che è mio è mio, quel che è tuo non esiste. capito? ma come no? non hai capito? eppure non è difficile. non ci raccontiamo barbagiannate: quello che non è mio non è di nessuno. e importante, sai? perché poi finisce che nelle persone si instaurano desideri malati. quelli cioè di coloro che desiderano cose che non possono ottenere. che non devono ottenere, per nessuna ragione al mondo. perché alla fine della fiera quello che conta sono le ragioni del mondo, e non le fantasie di uno. è chiara la differenza? mi sembra di sì, per quanto ne so. è molto chiara. oggi è una giornata epocale. nelle giornate epocali di solito non succede niente che non sia già successo prima. non è u

The domands 2.00000000000000000000000000000000000000000

lunedì primo agosto 2011. è qui che finisce l'estate, si sa. a sparigi non è nemmeno cominciata, mai. sparigi, poi: questo è il punto. mi sono posto una domanda fondamentale. più di una domanda. dove ti nascondi? dove sei? dove sei stato in tutti questi anni? perché sparigi? come si fa a essere presenti a se stessi? tutte cazzate, eh?

Appunti per l'integrazione dell'articolo di Stoccarda

non c'è niente come la libertà di dormire in tuta. in maniche di tuta, sdrucitissima tuta di merda. che la mattina ti svegli, fai colazione se hai tempo, poi torni in camera e l'appendi alla maniglia della finestra, la tuta, e ti vesti e vai a lavorare. e lei resta aggrappata lì tutto il giorno come un bradipo al suo ramo, la tuta, pronta a scivolarti addosso meglio di una moglie, quando vuoi tu, perlopiù di sera, dopo ogni cosa, dopo tutto. quando non resta che andare a dormire. e mi hai detto niente? andare a dormire è un fatto serissimo. non è mica una sparizione, non ti sbarazzi mica delle tue responsabilità, quando vai a dormire, nemmeno temporaneamente. ma adesso non è questo il discorso. farà anche schifo, ma con la tuta puoi dormirci, te l'assicuro. perché sei un uomo libero, e se ti affacci alla finestra vedi l'insegna dell'hotel ibis, laggiù, oltre la périphérique. vedere l'insegna dell'hotel ibis significa essere liberi, ma non so spiegarti perc

Guerra

ho un paio di giacche buone e una casa che in fondo non è male. costruzione operaia degli anni forse sessanta, l'affitto costa poco e tra non molti anni questo quartiere esploderà. il prezzo di quest'esplosione, i cui vantaggi mi toccheranno tuttavia poco, è il fatto di svegliarsi ogni mattina alle 7, quando le squadre operaie dei mille cantieri che bucherellano o attraversano il bulevardo innescano i martelli pneumatici e continuano a scavare per la linea del tramvai. la cosa buffa è che mi sveglio alle 7 comunque, per andare a lavorare. ah, ma ha da cambiare la solfa, eccome se ha da cambiare. anzi, la cosa buffa è un'altra, è che ai ragazzi del quartiere piace sparare le bottarelle, i petardi, i miccettoni, i raudi e i tricchetracche, perché sono gente che si diverte così, facendo rumore. come l'altro giorno, che correvo per correre lungo il bulevardo dirigendomi verso il bosco e mi imbattevo in una compagine di giovani che si divertiva a staccare i sacchi della mon

The domands

che cazzo sei tornato a fare a casa se non eri ancora uscito? che sei uscito a fare se non eri ancora tornato a casa? quante sigarette hai fumato dopo l'ultima? chi era quel tipo in metropolitana che ti sembrava di aver già visto da qualche parte? che cosa ti aspetti che accada in casa tua quando non ci sei? che cosa pensi che accada alle cose quando non le vedi? che differenza c'è tra le persone a cui tieni e quelle di cui non ti frega un cazzo? quanto costa un chilo di pane? quanto durano mediamente i tuoi periodi di risacca sentimentale?

Il post della staffa

Tra dieci minuti stacco dal lavoro e mi chiedo per l'ennesima volta nella vita "che cazzo ci faccio qui" poi penso che tra poco vado a mangiare giapponese con un paio di amici e questa è una risposta, volendo, alla mia domanda ma certamente potrei andare a mangiare il pesce a fiumicino malgrado viva a parigi potrei andarci con un jet privato, se facessi un lavoro diverso in due ore sono a destinazione, i miei due amici me li porto dietro e cerco un ristorante lì vicino ci accompagna un taxi invece no, ora esco di qui e prendo la metropolitana che mi porta pian pianino in un quartiere un po' popolare dove andrò a spendere 15€ circa per un po' di pesce, sì, ma che non è quello di fiumicino e intanto il mondo gira , e si porta dietro gli aerei, i jet privati di chi fa un lavoro diverso dal mio questo mondo è un mare pieno di pesci strani non ultima l'ultima donna che ho pescato e che scivola via come un'anguilla e mi fa chiedere anche lei

Bella ciao

una mattina, alle 7 in punto, ho smesso di fumare. non è che stessi fumando, quando ho deciso di smettere. non fumo mai o quasi mai a quell'ora. se fumo a quell'ora è più probabile che si tratti di un'ultima sigaretta, quella della via di casa, dopo una festa. ma è un bel pezzo che non mi capita di fare festa fino al mattino. e poi quale festa, oggi era giovedì e dovevo andare a lavorare. mi sono svegliato, ho fatto un po' tutto quello che si deve fare, compreso uno sciaquo col colluttorio. e niente, per farla breve avevo fastidio alla gola, e ho deciso di smettere di fumare, per meglio dire ho deciso che non avrei più fumato per un po', e ho buttato il tabacco nel cestino dei rifiuti . il tabacco deve trovarsi ancora nel cestino dei rifiuti, lì accanto alla porzione di pavimento dove spesso poggiano i miei piedi, sotto la scrivania, nella mia stanza al sesto cielo . il sesto cielo, come non averci pensato prima. ho già ampiamente parlato del fatto che la stan
citazione dall' Isola del giorno prima , di U. Eco. " Il Romanzo ", gli spiegò Saint-Savin, " deve sempre aver per fondamento un equivoco , di persona, azione o luogo o tempo o circostanza, e da questi equivoci fondamentali debbono nascere equivoci episodici , avviluppamenti, peripezie, e finalmente inaspettate e piacevoli agnizioni. Dico equivoci come la morte non vera di un personaggio, o quando una persona è uccisa in cambio di un'altra, o gli equivoci di quantità , come quando una donna crede morto il proprio amante e si spoa con un altro, o di qualità , [...] o ancora equivoci di relazione [...]. Per non dire delle false missive, di finte voci, di lettere non recapitate in tempo o recapitate vuoi in luogo vuoi a persona diversa. E di questi stratagemmi, quello più celebrato , ma troppo comune, è quello che porta allo scambio di una persona per un'altra, e dà ragione dello scambio attraverso il Sosia..."

Le cose che non sopporto #1 + un film che non ha niente a che vedere

I legal thriller. Soprattutto quelli in cui si sente dire troppo spesso "obiezione vostro onore". I tacchi a spillo. Dover parlare del più e del meno coi colleghi a pranzo. In francese. I taccagni. Avere sonno in metropolitana. I piccoli cani. Le suore. Il fatto che non si possa più andare a prendere un caffè con qualcuno senza passare per Facebook. I preservativi troppo spessi. Lady Gaga. Le smanie alle gambe. Il caffè fatto male. Le briciole nel letto. Chi non si lava. Tom Hanks e Jodie Foster. Vedetevelo. http://vimeo.com/24143654

Nessuno ti obbliga

qui c'è tutto tranne l'attualità, la politica, la scienza e la religione. c'è tutto tranne l'amore, la figa e il desiderio. tutto tranne il cibo e la speranza, gli animali e il sole. c'è tutto, giuro. tranne il lavoro e l'emozione, il vino e il piacere, i cazzi per il culo e la stanchezza. c'è tutto tranne te , è meglio che lo sai. tutto tranne le terminazioni. le connessioni, insomma. qualcosa che comunichi con l'esterno . l'esterno di che? non lo so ma rimaniamo concentrati. dei bulbi, come dire. delle dita, ecco. sembra semplice. provaci tu, ad avere delle dita. difficile, non trovi? è come se ci fossero le braccia e le mani, ma non ci fossero le dita, no? c'è un movimento , un evolversi di cose, uno sviluppo. ma mancano le punte, per toccare , per ferire. per scavare un buco, una falla. per realizzare l'evasione. di che parlo? vai a sapere. vai a scoprire. vai a toccare. parlo di ricette di cucina, di ricette mediche. di

Violino

fa troppo freddo in questa stanza. se mi decidessi a chiudere quella cazzo di finestra. la finestra è a pochissimi metri da me, due o forse tre. dovrei decidermi anche a cambiarmi d'abito. a togliermi questi panni da strada. ho cucinato con addosso questi panni. credo di essermi macchiato d'olio la maglietta nuova. credo anche che l'eccessiva l'ibertà di questo spazio finisca per generare cose insensate. ora sono in uno spazio tutto diverso. al lavoro. trova le differenze. anzitutto c'è poca l'ibertà. mi sento lo sguardo del capo sul collo, e forse ce l'ho. mi sento una corda tesa. forse è un buon modo per scrivere come si deve: dover stare in guardia perché nessuno si accorga. e per lavorare come non si deve, ma come in fondo quasi tutti i lavoratori fanno.

Lib.

la chiave è lo svuotamento. ma poi ci si ririempie. e allora la chiave è il cambio di stagione. la catena alimentare, non comunemente intesa. quella autonoma, dell'individuo. il ciclo del cibo, del nutrimento, dell'assunzione e del rilascio, dell'aspirazione e dello scarico. la chiave per aprire uno sgabuzzino pieno di cose, non necessariamente cose accatastate lì perché in disuso. magari cose accantonate perché non è stagione per quelle cose. vuotare lo sgabuzzino dei ventilatori per riempirlo di caloriferi a corrente. vuotare l'armadio dei maglioni per metterci le magliette a manica corta. io, ad esempio. per mesi non scrivo niente. il vuoto mentale, nessuna voglia di condividere pensieri o -più indietro ancora- nessun pensiero da condividere. nessun pensiero punto e basta. poi mi torna il prurito. i pensieri sono quelli che sono, spuntati, ininteressanti, lo so e non fa niente, non è un problema. il prurito è proprio epidermico, è sulle dita, nelle articolazion

Muy buenas

'spiterina! non sia mai che passi un mese senza che io abbia postato qualcosa. ribadisco, ci vuol coraggio ad avere un blog al giorno d'oggi. la sensazione che ho è di star tenendolo in vita in attesa del giorno in cui, per chissà che miracolo, si ravvivi l'interesse della gente attorno a un certo genere di cose. come chi, nella fantasia, si farebbe ibernare, all'uopo -ad esempio essendo malato di male incurabile, nell'attesa che si scopra la cura. oggi -sarò banale- si ha nostalgia del blog come all'epoca del blog si aveva nostalgia del diario. ricordo di aver visto, su un libro di testo probabilmente delle scuole medie, un'illustrazione che mostrava l'accelerazione del progresso tecnologico nel ventesimo secolo. ecco, vediamo se riesco a spiegare com'era fatta questa illustrazione. insomma, praticamente: in orizzontale, lungo la superficie stampabile del foglio, la quasi integrità della storia umana era rappresentata da una linea retta, sull

Aiku Riosi

se non fosse per la calma e la libertà di cui godo qui al sesto piano del bastimento, avrei persino di che protestare. le circostanze ricordano la pubblicità prima del film, al cinema. di qui si vede l'altro lato del mondo, e me ne interesso poco e niente. però leggo i quotidiani ogni giorno, giuro. ogni santo giorno l'alba mi sveglia, ed è per questo che non voglio saperne di mettere su una tenda. ogni arte è compressa entro un proprio limite meccanico. ma chi scopre la pazienza vive due volte.

Troppo sonno

L'idea era quella di scrivere un nuovo post. Ma sono stanco, e me la caverò con qualche appunto, riservandomi di tornare sugli argomenti seguenti quando mi pare e piace: - L'altra faccia di Parigi - ???

Sbadigli

Ho imparato un po' di cose. Per esempio ho imparato a relativizzare i miei stati d'animo. Ho imparato, ciononostante, che non esistono casi ciclici; potenzialmente ci si potrebbe annoiare per sempre. Per fortuna anche la noia ci annoia, prima o dopo.

Le cose migliori

Avere una memoria è una cosa fantastica. Chi studia il corpo umano sostiene che la memoria risieda in una certa area del cervello. A me sembra però che certi lampi di memoria, quelli particolarmente suggestivi, siano attivati dall'improvviso sbandamento di un automatismo, di un gesto meccanico, sbandamento causato da fatti che agiscono sui sensi, prima che sulla mente. Mi sto levando la sete col prosciutto, me ne rendo conto: tutto quello che ci riguarda passa per i sensi, è chiaro. Quello che voglio dire è che certi rari quanto insignificanti accadimenti del presente sono capaci di amplificare i sensi, per un istante brevissimo, restituendoci la sensazione chiara e persistente di qualcosa che abbiamo già vissuto. E non è déjà vu, perché, nei casi di cui parlo, la "sensazione" si riferisce ad un vissuto preciso, che sappiamo collocare esattamente nel tempo e nello spazio. In un istante, quindi, abbiamo coscienza simultanea di una storia che per essere raccontata richieder

Ibis

Ho nostalgia degli anni, o dei mesi, in cui ciascuno voleva avere un blog, e ciascuno lo aveva, e ci si leggeva l'un l'altro, ci si commentava. Provo un senso di pena verso coloro che si sono arresi, che hanno abbandonato, che pubblicano solo su facebook, dove è facile essere letti, tutto sommato. A volte, forse, mi fa stare bene l'idea di non esserlo, di poter dire cose che restino più o meno tra me e me, senza togliere a nessuno la possibilità di venirle ad ascoltare, diciamo così. Ma non obbligo nessuno a farlo, e se non accade non fa niente, anzi, tanto meglio, perché è bello avere cose da non condividere, non so come dire. Non mi dispiace l'idea di un blog -questo, ad esempio- perduto nella galassia come una bottiglia abbandonata da un'astronauta, galleggiante nel vuoto dalla notte dei tempi, contenente, manco a dirlo, un messaggio, magari scritto in una lingua misteriosa, lontana, indecifrabile. Un messaggio sotto forma di messaggero, di piccolo alieno beatame

Bref

per farla breve, preferisco che ci si esprima. in modo chiaro, dico. oggi ho registrato la mia voce. il risultato non è stato eccellente. impresentabile, francamente. ma è stata una cosa cotta e mangiata, premi rec, vai, canta. l'importante è esprimersi. è strano, però. sono vent'anni che faccio musiche e da altrettanto tempo sono sull'orlo di un fallimento grosso così, eppure continuo a provarci o a far finta di provarci, nonostante la vecchiaia, le rughe, i reumatismi. nonostante non ci creda più nessuno, nessuno me compreso, nel fatto che possa venirne fuori qualcosa di buono, da tutta questa faccenda. ma è strano. perché allo stesso tempo, invece, mi sembra di crederci, e mi sembra che le cose che faccio suonino bene, e che siano persino presentabili. si direbbe che, semplicemente, non ho le idee chiare. ma non è questo il punto. so per certo che voglio portare avanti questo progetto, terminare questo disco. che faccia molta strada o ne faccia poca mi frega assai.