Le buatte non finiscono mai

a certa gente interessa la decostruzione, a certa altra pure, solo che la camuffa da linea dritta, e a ben vedere nessuno più dice cose che siano comprensibili attraverso i millenni.
mi sembra importante

quando i nostri codici saranno perduti, in modo così abissale da non poter più tradurre niente, ci saranno memorie a stato solido fossili che in tanti sapranno leggere senza far girare. dentro ci saranno mozart e sallustio, io e la stele di rosetta, siamo donne e mastro don gesualdo.

e tra tutte queste cose due o tre saranno capite, e cioè la gomma da cancellare, il ruolo del morto a bridge e lo sciroppo di menta.

gli sforzi anali di tanti artisti a noi contemporanei, per la gente futura si confonderanno con una natura spettrale, in cui i rifiuti atomici della nostra civiltà, sintetizzati da chissà quanti milioni di notti, saranno il terriccio di una nuova e rigogliosa vita dai colori inimmaginabili, che l'uomo di quel dì potrà mangiare e abitare, senza alcuna tensione riproduttiva.
viventi e minerali avranno uguale dignità davanti a dio, che per la terza o quarta volta si sarà fatto uomo, senza però poter tornare indietro: sarà mortale ma vivrà in eterno, perché il tempo non esisterà se non sotto forma di vibrazione tellurica.
la musica non sarà distinta da altre pietre o parole, e scalderà le superfici all'orizzonte.
gli strumenti che essa suonerà saranno quattro, che nessuno però sarà in grado di contare. ma noi sì, quindi potremmo enumerarli. non lo facciamo per non rovinarvi la sorpresa.

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