Buone nuove, niente nuove

perché hai paura che la vita non si manifesti, che tutto rimanga in sospeso. ecco perché.
lo si capisce dal fatto che non scrivi più un cazzo di niente, la scrittura non può ridursi ad un fatto quantitativo, e le cose che scrivi sono vuote, e da un pezzo.
fai bene a incazzarti ma la cosa che ti fa più incazzare è che incazzarsi non basta a sospendere la sospensione.
ti fa incazzare che sempre meno gente ti guarda e ti ascolta sul serio.

è il caso di rimettere in pratica il consiglio che qualcuno ti diede tempo fa, quello di scrivere senza rileggerti, non prima di essere arrivato in fondo alla pagina. e non inventarti la fregnaccia che il fondo pagina qui non esiste, perché invece esiste eccome. sai bene quand'è che basta, quand'è che puoi fermarti. sai bene che ultimamente hai scritto senza toccare il fondo. e non si tratta di una metafora. ci vuole coraggio e costanza per esprimere tutto il succo di un argomento. bisogna cercare con calma, non si può aver fretta che il discorso parli, bisogna dargli il tempo di fare il suo corso. come quando devi dire a qualcuno una cosa importante. è lecito girarci intorno, fondare le basi retoriche su cui innalzare la rivelazione, la confessione, l'ammissione. non è vero che chi conosce i propri obiettivi sa realizzarli in maniera estemporanea. dipende anche da cosa intendi per "estemporaneo". ma di solito è necessario far parlare a ruota libera gli oggetti e gli eventi, e parlare a ruota libera con loro. senza cedere alla tentazione di buttare tutto in caciara. bisogna essere onesti anche quando non è ancora il momento di dire le cose come stanno.

il disordine e il caos sono suscettibili di confondersi l'uno con l'altro, ma non sono la stessa cosa. per via del caos gli effetti di un'azione sono parzialmente imprevedibili. ma se l'azione è condotta in modo disordinato, difficilmente genererà gli effetti desiderati.

prendere un aereo e portarsi a 1200 chilometri di distanza può aiutare a capire cosa c'è da rimettere in ordine nel luogo di partenza, e viceversa tornare al luogo A ti fa capire che gli abitanti del luogo B se la cavano bene anche senza di te, e che i suoi eventi sono solo in minima parte influenzati dal tuo comportamento, visto che abiti nel luogo A.
e poi dall'aeroplano tutto appare fermo e abbastanza razionale. se non fosse che i seggiolini di un boeing 737 sono piuttosto scomodi, sarebbe bello poter passare più tempo lassù, ad osservare la topografia delle città e delle campagne, volando a bassa quota.

stai cedendo di nuovo alla tentazione di abbandonare la pagina incompiuta, stai pensando che non vale la pena pubblicarla. non ne vale la pena, in effetti, ma pubblicarla non sarà peggio che non pubblicarla. tacere non sarà mai peggio che aprire bocca, se senti che c'è qualcosa da dire. siamo sempre lì: dà al discorso il tempo di ragionare.

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